223.
      (2343) Mongit. Parl. di Sic. t. II, pag. 245.
      (2344) Mongit. Diario di Pal. t. VI, p. 231.
      (2345) Lo stesso ivi pag. 244.
      (2346) Mongit. Diario di Pal. t. VI, pag. 233.
      (2347) In essa pace furono confermati tutti gli antecedenti trattati, e le potenze, che si pacificavano, principalmente la Francia, si obbligavano a sostenere, e a difendere la prammatica sanzione, che stava tanto a cuore dello imperadore Carlo VI, per assicurare la successione alla sua primogenita Maria Teresa, e furono regolati tutti gli articoli controversi. Cioè restò la Toscana a Francesco Stefano, duca di Lorena, che cesse il suo ducato a Stanislao re una volta di Polonia, fino che vivesse, e poi al re Cristianissimo; furono assegnate Cortona, Novara, e le Langhe al re di Sardegna Carlo Emmanuele, e furono cessi i ducati di Parma, e di Piacenza allo stesso augusto Carlo VI. La Spagna non altro ottenne, se non il piacere di vedere assicurate al nostro sovrano le due Sicilie.
      (2348) Mongit. Diario di Pal. t. VI, p. 249.
      (2349) Mongit. Diario di Pal. t. VI, pag. 249.
      (2350) Editti, proclami, ed ordini reali per la erezione del supremo magistrato del commercio pag. 1.
      (2351) Editti, e proclami sudetti pag. 43.
      (2352) Fra le dimostrazioni fattesi in Palermo per la conferma del principe Corsini nel viceregnato di Sicilia, dee rammentarsi l’accademia tenutasi nella casa del principe di Raffadali, arcipastore degli Ereini, dove alla presenza di esso vicerè fu recitata una eloquente orazione da Antonio Montaperto, duca di S. Elisabetta, che abbiamo veduto ambasciadore in varie corti di Europa, e poi in Ispagna presso lo stesso Carlo III, ed indi presidente della regia giunta di Sicilia, cavaliere dotto, ed illuminato, che fe cotanto onore alla nazione.