Entrato Gaetano nella religione di Malta fu generale delle galee. La di lui pietà, e la premura per agevolare le opere pie, sono note non meno in Sicilia, che in Napoli.
(2403) Sebbene la città di Messina fosse stata un tempo floridissima, e commerciante, pur nonostante, cambiatesi dopo le circostanze dei tempi, noi opiniamo che non possa più ritornare all’antico splendore. Al tempo delle crociate, essendo quella città il centro, dove si univano le armate, la dimora di tanti principi invasi dallo entusiasmo di acquistare la Terra Santa, e dei loro numerosi eserciti apportava necessariamente a quei cittadini immensi tesori. Oltre a questa sorgente di ricchezze, che da tanto tempo si è seccata, il commercio marittimo allora si esercitava nel mediterraneo, ed era specialmente praticato dai Veneziani, dai Pisani, e dai Genovesi, e la costa orientale, che ora occupata dai Musulmani, è divenuta quasi un deserto, godea in quell’età del soave dominio dei Greci imperadori, i quali agevolavano il traffico, ed invitavano gli stranieri a commerciare nei loro stati. Tutto ciò che di più raro, e di più prezioso producevano l’Asia, e l’Indie orientali, si trasportava per mare in Ivez, porto che giace nel mare rosso; di poi nel Cairo, e di là in Alessandria, che teneva nel mediterraneo due spaziosi, e comodi porti. Da questi luoghi si distribuivano ai regni Europei le merci asiatiche. Le navi delle nazioni suddette italiane, che viaggiavano dalle coste orientali verso Genova, Venezia, e Pisa, incontrandosi con più spedito corso nel porto di Messina, vi si fermavano per qualche tempo, vendevano parte delle loro merci, si provvedevano di quanto loro bisognava, e poi partivano per il loro destino.
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