Del pari quando queste nazioni da’ loro porti ritornavano in oriente, approdavano di nuovo a Messina. Ma scopertosi l’anno 1486 il capo di Buona Speranza, che è il più mediterraneo, che sull’oceano spinge al paese dei Cafri, e trovatosi di poi negli anni 1494, e 1499 dal portoghese Vasquez de’ Gama un più spedito, e nuovo varco alle Indie orientali, cioè per l’oceano, che bagna quelle coste, e l’Affrica, ed essendo questa via non solo più breve, ma meno dispendiosa, fu abbandonato lo antico cammino dello Egitto, e tutto il commercio, che ivi faceasi, fu trasferito nell’oceano. Caddero perciò Venezia, Genova, e Pisa, cessò Alessandria di essere il mercato di tutte le nazioni, e la città di Messina, che sedeva nel centro, in questo nuovo sistema di negoziazione rimase un angolo inospite per i mercadanti. Quindi animati dalla facilità del tragitto i Portoghesi, e poi gl’Inglesi, i Francesi, e le altre nazioni, presso le quali cessò il furore delle crociate, s’impegnarono a coltivare per questa via la mercatura, e minoraronsi così i vantaggi, che ne traggevano gl’Italiani. Scopertesi di poi, ed acquistatesi le Indie occidentali, tutto il commercio si ridusse quasi nel solo oceano; nuove piazze di commercio furono introdotte, le quali fossero più vicine a quel mare, e le potenze commercianti ne ergettero delle altre più comode nelle coste istesse bagnate dal mediterraneo. Tolone, Marsiglia, e Antibo nella Provenza, S. Luigi nella Linguadoca, Gibilterra, e Porto Maone, Cartagena, Cadice, Porto S>. Maria nel regno di Murzia, Malaga ed Almeria nel regno di Granata, e Cartegena nella Catalogna furono tanti ricoveri della mercatura, e i porti d’Italia, e Messina con essi, risentirono i danni delle nuove scoperte.