Trovò egli delle valide protezioni, perchè godesse lo asilo della chiesa, ma questo sacrilego assassinio comparve uno esacrando delitto innanzi le persone, che ragionavano dirittamente, e non lasciavansi preoccupare dall’odio universale verso lo ucciso.
(2407) Lunig, Cod. Ital. Dipl., t. IV, pag. 1491.
(2408) Dobbiamo in questo luogo correggere gli strafalcioni presi dallo infelice continuatore degli Annali d’Italia del Muratori (all’an. 1753, t. XIII, p. 84 e seg.) Chiama egli questo prelato Arcivescovo di Siracusa, vuole che il vescovo di Malta fosse suo suffraganeo, e che in conseguenza del diritto metropolitano abbia egli intrapresa la visita di quella chiesa. Il prelato di Siracusa non è ora che semplice vescovo, e il vescovo di Malta non è che suffraganeo dello arcivescovo di Palermo.
(2409) Ecco un altro errore del continuatore degli Annali del Muratori. Scrive egli (pag. 83), che lo stesso Mr. Testa in persona andò a Malta ben due volte, e che alla prima fu costretto a partire, e alla seconda ne fu cacciato colle brutte, essendosi rivoltati contro il vascello, sui cui bordo egli era, i cannoni dell’isola. Quanto è difficile lo scrivere la storia veridica di un paese, che non si conosce, sopra le vane ciancie che vengono sparse dagli oziosi gazzettieri!
(2410) Sicul. Sanct., tom. VI, pag. 372.
(2411) Il Gran Maestro, vedendo rotto ogni commercio cogli stati di S.M., richiamò il balì Dueguos, che qual ministro dell’ordine risedea in Napoli, e con un certo dritto di rappresaglia fe confiscare tutte le commende, che i cavalieri sudditi de’ regni di Napoli, e di Sicilia godevano negli altri stati cattolici.
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