Il canonico Giuseppe Recupero, detto volgarmente il Filosofo del Mongibello, essendo salito per farvi le sue osservazioni, venne a capo di assicurarsi che le copiosissime acque erano sgorgate dallo stesso cratere, da cui nella sera de’ 2 marzo si erano vomitati i torrenti di fuoco. Si legga il suo Discorso storico sopra le acque vomitate dal Mongibello, stampato da Gioachino Pulejo, da cui rileverassi ancora che furono tutte baje i racconti fattici dai gazzettieri, cioè: che le pietre pesavano tre once, che il sale delle acque era marino, e che un villano, tenendo la mano nelle acque, ne la cavò arsa in una strana maniera, ed altre fanfaluche, che il continuatore degli Annali del Muratori (all’anno 1755, t. XII, pag. 159) spaccia, e inghiotte con tanta franchezza.
      (2416) Reg. del proton. dell’anno 1754.1755, II. indiz. pag. 105.
      (2417) Ivi, pag. 135.
      (2418) Così sta scritto nel registro dello eccellentissimo senato di Palermo, dove si notano tutte le cappelle reali, alle quali interviene necessariamente questo magistrato, in cui non fassi altra menzione di cappella reale tenuta da Mr. Cusani, fuorchè di quella a’ Cappuccini. Purnondimeno i contemporanei ne rammentano un’altra tenuta nella chiesa del ss. Salvatore delle monache basiliane, in occasione della festa di s. Basilio loro patriarca, e le stesse religiose ne fanno ampia fede. Forse nel mentovato registro non si sono accennate, se non le cappelle reali ordinarie, e perciò questa straordinaria non fu notata. Per amore della verità ci è parso convenevole di avvertire questa diversità.