Ora eletto Mr. Agatino Regio giudice della monarchia, ed avendo dal re Carlo III avuta una particolare delegazione di visitare la regia cappella, fra gli abusi, che stimò degni di essere risecati, rilevò questa costumanza, per cui i canonici, e il cantore ricevevano dall’arcivescovo di Palermo le lettere d’istituzione, e credendola pregiudizievole ai diritti della corona, rappresentò al re, ch’essendo la provisione dei benefizi di quella reale cappella di assoluta e libera sua collazione, non vi era, nè potea esservi alcuno, che potesse arrogarsi il diritto privativo di dare il possesso dei benefizj, che S.M. conferiva, e che la istallazione dovesse farsi da colui, che il re avrebbe destinato. Piacque alla corte questo sentimento, ed eletto il nuovo cantore per la morte dell’abate Giuseppe Filangeri, fu il detto giudice della monarchia incaricato di dargliene il possesso. Parve codesta risoluzione sovrana al Cusani, e ai suoi canonici uno spoglio fatto alla chiesa di Palermo, e perciò fattene le proteste, nacque la controversia fra’ due capitoli della cattedrale, e del palagio reale, che Carlo rimesse al giudizio di dodici prelati in Napoli. Non è qui luogo di addurre le ragioni, sulle quali erano appoggiate le parti litiganti. I giudici giammai si unirono per poter decidere.
(2428) Par che questa lite sia ora terminata, avendo il re nel passato anno 1790 eletto il cantore della cappella regia, che di ordine sovrano fu istallato da Mr. Gian Pietro Galletti vescovo di Arcadiopoli.
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