Il ridetto principe di Aci fu dichiarato capitano generale degli eserciti del nuovo nostro re, e furono promossi al grado di tenenti generali Antonio Garofalo duca di Rebuttoni, Ignazio Termini duca di Vatticani, e Leopoldo di Gregorio marchese di Squillaci. Tralascio i gradi di gentiluomini di camera, e gli altri onori militari, che furono accordati ai nostri siciliani, che ci trarrebbe troppo in lungo il riferirli. Solo avverto, che fra’ corregenti, e tutori, che furono assegnati al pupillo re, ebbero luogo tre nostri siciliani, cioè il generale delle galee Michele Reggio, il capitano generale degli eserciti Stefano Reggio principe di Aci, e il presidente della giunta di Sicilia Pietro Beccadelli principe di Camporeale, che furono anche dichiarati consiglieri di stato, e che fra gli otto gentiluomini di camera, che furono assegnati al servigio del nuovo re, ebbero anche luogo tre cavalieri palermitani, cioè il principe della Cattolica, il principe di Belmonte, e il marchese della Sambuca.
      (2432) L’accademia delle belle arti e scienze, che si radunava nella casa del duca di Pratoameno, il quale n’era il mecenate, ai 17 dello stesso mese solennizzò con una elegante orazione recitata da Orazio principe della Torre, che oggi è il cantore della cattedrale, e con diversi graziosi componimenti, l’assunzione al trono di Sicilia del re nostro Ferdinando III.
      (2433) Egli è dovere che non sieno ignoti alla posterità questi generosi promotori di così utile opera. Furono eglino Alessandro Vanni principe di s. Vincenzo, e i due ecclesiastici Domenico Schiavo, e Placido Scianna, che poi divennero canonici della cattedrale.