(2447) Sebbene questo gastigo celeste non fosse stato così terribile, come si temea, nondimeno vi fu molta mortalità in tutto il regno, appunto per la mancanza del pane, calcolandosi che seno periti in questa occasione intorno a 30 mila persone. Ne soffrì il maggior danno la valle di Demona, e nella valle di Noto vi fu nella città di Modica molta strage.
(2448) La detta medaglia fu eretta per decreto del senato, ma senza chiedersene prima il permesso dalla corte di Napoli, permesso necessario ogni volta, che vogliono ergersi alle persone benemerite dei monumenti in luoghi pubblici. Questa memoria fu abbattuta nelle vertigini popolari accadute in Palermo l’anno 1773, delle quali ragioneremo in fine di questo capo. Inteso allora il re di questo fatto, rimproverò il ridetto magistrato, perchè senza chiedere il necessario suo consenso, avesse di propria volontà risoluto d’innalzare nella casa della città il suddetto busto al marchese Fogliani, ed ordinò che in avvenire, se avea cara la sua grazia, non osasse di più farlo
(2449) Reg. del prot. dell’anno 1763.1764, XII ind., pag. 50.
(2450) Sulle prime erano restati delusi i possessori dei grani, essendo venuto ordine dalla corte di rimanere chiuse le tratte. Fu procurato il divieto di estrarsi i frumenti da un cavaliere, ch’era stato incaricato di provvederne novantamila salme per la Spagna, il quale sagrificando il ben pubblico alla gloria di comprarle a basso prezzo, procurò che restassero chiuse. Quando è tolta la libertà di estrarre i frumenti, questi necessariamente minorano di valore, cercando ciascheduno di smaltirli, come meglio può. Conoscendo i feudatarj, ch’era stata ingannata la mente del sovrano, spedirono in Napoli Ferdinando Gravina dei principi di Rammacca cavaliere onorato ed efficace, il quale ottenne la grazia della libertà dei grani.
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