Ai vecchi, e agli ammalati, che non erano in grado di far questa mossa in tempo d’inverno, fu fatta la indulgenza, che restassero, fino che fossero in istato di partire, e intanto furono collocati in diversi conventi, e monisterj. I procuratori, che amministravano le loro entrate, furono intimati a dar conto del patrimonio delle case loro commesse, dopo la qual cosa doveano partire, e seguire la fortuna dei loro compagni.
(2463) Era questo cavaliere siciliano, essendo nato in Messina, e possedeva de’ feudi nel regno, dove godea la carica di comandante generale proprietario delle armi. Sembrava perciò strano ch’ei potesse essere destinato al governo di Sicilia, non essendovi in questo secolo memoria, che alcuno nazionale fosse stato assunto a questa dignità, non credendosi opportuno, giusta le massime della odierna politica, che ad un compatriota dovesse affidarsi il governo del regno, per i rapporti, che vi avesse potuto avere. Nondimeno il re dispensò a questa costumanza, o perchè lo riputasse come straniero, essendo originario di Milano, o per la brevità del tempo, in cui dovea governare.
(2464) Reg. dell’officina del prot. dell’anno 1767.1768 V ind. pag. 20.
(2465) Godette egli di tutti questi apparescenti onori, ma gli furono negati il soldo, ed i proventi annessi alla nuova carica, che restarono a vantaggio del marchese Fogliani. Fece egli varj ricorsi alla corte, ma non fu ascoltato, e a stento dal senato ottenne il solito regalo. Egli nonostante non trascurò di trattare generosamente in tutte le circostanze la nobiltà con feste, veglie, e pranzi, come conveniva al grado che sostenea.
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