(2511) Qualche maledico sparse voce, che Monsignore li abbia lasciati in libertà di far ciò, che loro piacesse; ma a gloria di questo irreprensibile prelato, io, che fui presente a questo congresso, posso attestare, che nulla scappò dalla sua bocca, che avesse a ciò relazione, e che sempre parlò in modo dolce, esortandoli a ritirarsi, e promettendo ch’ei sarebbe stato loro avvocato presso il governo, tutte le volte che si sarebbono acchetati.
(2512) I pescatori e marinari, che sono il consolato il più numeroso, e il più bravo della città, e che abitano tutti nella stessa contrada, volendo custodire le loro famiglie, e i loro beni, presero alcuni cannoni dei vicini forti di mare, e con questi fortificarono il loro quartiere, mettendo un cannone ad ogni bocca delle strade principali, e tenendovi una guardia di persone armate col suo artigliere. Fu allora ammirato l’ordine, con cui costoro regolavano ogni cosa, nè vi fu luogo più sicuro di questo per tutta la città.
(2513) Il Gazzini era un mercadante genovese, il quale trafficava principalmente nelle estrazioni dei grani, cui venivano attribuiti i prezzi esorbitanti dei medesimi, per i quali si era consumata la colonna frumentaria, ed il senato erasi ridotto a far debiti.
(2514) Il di Giorgio era colui, che avea le principali gabelle della città, che perciò era in odio ai cittadini, che credeansi vessati per lo rigore, con cui esigea i suoi diritti. Erano questi due uomini protetti dal Fogliani.
(2515) Fu osservato in questa occasione con stupore di ognuno, che nel saccheggio di queste due famiglie tutto fu dato al fuoco, senza che fosse accaduto il menomo apparente furto (forse l’oro, e l’argento, e le gioje, seppure non si erano salvate nel dì antecedente, saranno state segretamente rubate), e si racconta, che volendo un di loro approfittarsi di non so quale cosa, e nasconderla, scoperto dai suoi compagni fu malamente ferito.
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Monsignore Il Gazzini Giorgio Fogliani
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