Quella del principe di Comitini fu salvata con uno stratagemma dal principe di Pietraperzia, il quale finse di avere avuta notizia, che il marchese Fogliani era ritornato in porto, e si era ricoverato alla Quinta Casa. A questo avviso irritatosi il fiero popolò volò al Molo, e così il palagio di Comitini scampò il pericolo.
(2521) Ceremoniale del Senato di Palermo dell’anno 1773, tom. XXXIX, pag. 384.
(2522) Lo stesso giorno di buon mattino si erano radunati nel chiostro di s. Maria la Nuova dei pp. Osservanti tutti i consoli, e avendo tenuto consiglio alla presenza del senatore Giuseppe Carcamo aveano risoluto di togliere dalle mani della plebaglia le armi, acciò non commettesse dei disordini. Così fu immediatamente fatto, e si viddero dispersi i collegi delle arti per la città, ai quali i plebei non fecero veruna resistenza, e restituirono le armi, che furono trasportate in detto convento. Nel consiglio suddetto Gaetano Averna console dei cocchieri, uomo intraprendente, progettò varie novità per rimettere la città nell’antico stato; ma non fu seguito, e il principe di Pietraperzia, che sopravvenne a sostenere le ottime intenzioni del senatore Carcamo, colla sua autorità fe svanire ogni progetto.
(2523) Non solo fu la città sgombra dai malandrini per opera degli artisti, ma in capo a pochi giorni furono restituiti i cannoni dei bastioni, dai quali erano stati levati, furono resi i fucili ai soldati, che tornarono a servire, cessarono di far la guardia al regio palagio i collegi delle arti, e cessero il luogo alle soldatesche del re, e quel che più importava, si aprirono i tribunali, e cominciarono i ministri ad esercitare le loro cariche, comunque con dolcezza, e prudenza, per non irritare gli animi.
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