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      Ha la M.S. rilevato i molti, varii, e gravi inconvenienti che tal nuovo sistema apporterebbe; e quindi ha risoluto, e vuole che non si esegua quanto cotesta Giunta ha proposto; ma che si osservino esattamente le leggi di cotesto regno, e ciò che sin ora si è praticato.”
      (2553) Reale dispaccio del 16 marzo 1782. – Villab. Diar., vol. II, pag. 657. “Eccellentissimo signore: Cotesto Inquisitor supremo del S. Officio, i Vescovi, la Deputazione del regno, ed il Senato di cotesta città, vedendo sospesa la provista di due vacanti piazze d’Inquisitori provinciali, e sospettando, che il S. Officio si volesse abolire, supplicarono il Re di farlo continuare, credendo che con la sua soppressione si togliesse la sussistenza a tante famiglie, che vivono con le cariche al medesimo addette, e che fosse un freno alla corruttela del costume, ed alla falsa dottrina.
      “Sua Maestà che non vuole, se non che il bene dei suoi vassalli, e la felicità dello stato, e che ha sempre avuto in cuore, che il difendere la purità di nostra sagrosanta religione debba essere la prima cura del principato: ha procurato con tutta la più seria attenzione di esaminare se le suppliche che le si sono umiliate meritino di essere esaudite.
      “In questo esame ha veduto primieramente, che in cotesto regno (dove per altro non vi è memoria che si adottasse unquemai alcuno dei tanti errori, che nei tempi precedenti al S. Officio sparsero in varii luoghi dell’Europa gli scellerati settarii) introdottosi appena il Tribunale dell’Inquisizione, cominciò il medesimo nelle cause di fede così irregolarmente a procedere, che subito si rese a’ popoli odioso, onde più volte se ne ricorse al real trono, ora chiedendosi di prescriversi, che nel modo di procedere, e nella forma delle carceri dovesse osservare le pubbliche leggi, ed ora che si abolisse del tutto.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
Appendice - Indici - Note
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1333

   





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