“7. S.M. il Re delle Due Sicilie per dare alla Repubblica Francese una riprova della sua amicizia, e del suo sincero desiderio di mantenere una perfetta armonia fra le due potenze, consente a far mettere in libertà ogni cittadino francese che fosse stato arrestato, e si trovasse detenuto ne’ suoi stati per cagione delle sue opinioni politiche relative alla rivoluzione francese; tutti i beni e proprietà mobili e stabili che per la medesima causa potessero essere stati sequestrati, saranno loro restituiti.
“8. Per li medesimi motivi che hanno dettato l’articolo precedente, S.M. il Re delle Due Sicilie s’impegna a far fare tutte le convenienti ricerche per scoprire per la via della giustizia, ed abbandonare al rigore delle leggi le persone che rubarono in Napoli nell’anno 1793 gli effetti e carte appartenenti all’ultimo ministro della Repubblica Francese.
“9. Gli ambasciatori o ministri delle due potenze contraenti goderanno negli stati rispettivi le medesime prerogative e precedenze delle quali godevano prima della guerra, all’eccezione di quelle ch’erano loro assegnate come ambasciatori di famiglia.
“10. Ogni cittadino francese, e tutti che comporranno la casa dell’ambasciatore o ministro, e quelle de’ consoli ed altri agenti accreditati e riconosciuti della Repubblica Francese godranno negli stati di S.M. il Re delle Due Sicilie della medesima libertà di culto, di cui vi godono gl’individui delle nazioni non cattoliche le più favorite a questo riguardo.
“11. Sarà negoziato e conchiuso nella più breve dilazione un trattato di commercio fra le due potenze, fondato sulle basi di una scambievole utilità, e tali che assicurino alla nazione francese vantaggi uguali a tutti quelli de’ quali godono nel regno delle Due Sicilie le nazioni le più favorite.
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