Parimenti desidera e vuole S.M., che siccome la rinnovazione della memoria di quelle sciagure dipende anche dal continuarsi a presentare delle suppliche da coloro, i quali venendo riputati nella classe dei benemeriti reali sudditi, che hanno contribuito al ripristinamento del buon ordine in questo regno, aspirano a grazie e compensi, così si dispensino essi dall’esporre al real trono i meriti di tal natura; poichè Sua Maestà oltre alle immense beneficenze sin ora distribuite a simili benemeriti dello stato, non cesserà di tenerli costantemente presenti nel suo real animo per continuare a dar loro dei segni del suo real gradimento, senza che essi ne avanzino ulteriori domande. È ben persuasa S.M. che gli amatissimi suoi sudditi, ponendo mente alle descritte paterne sue dichiarazioni dirette alla riunione dei loro animi, ed a consolidare le prosperità dello stato, si presteranno di buon grado a far tutto ciò che conduca al desiderato oggetto, onde avvenga che la M.S. non sia punto disturbata nel placido governo dei suoi popoli ch’essa riguarda come suoi diletti figliuoli.”
(2607) Bando del 22 luglio 1802. – V. Collezione dei dispacci vol. VII.
(2608) Dispaccio del 6 maggio 1803.
(2609) Dispaccio del 24 gennaro 1804.
(2610) Dispaccio del 2 aprile 1805.
(2611) Dispaccio dei 15 luglio 1805.
(2612) Dispaccio del 2 marzo 1805.
(2613) Manifesto del 3 dicembre 1805.
(2614) Disposizioni del 16 dicembre 1805.
(2615) “Bravi ed amati Siciliani, voi conoscete i bisogni imperiosi e grandi dal momento presente, pure questo stesso momento in cui non si dovrebbe parlare che di sforzi grandi e straordinarj, è stato da me scelto come il più degno per dimostrarvi quanto mi siete cari.
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