“Non dubitano i baroni che l’illustrissima deputazione del regno, riguardando l’importanza e l’estensione dello incarico che sostiene, non sia per umiliare al giusto monarca questi loro sentimenti ed accompagnarli con le assicurazioni più energiche della loro inviolabile fedeltà – Palermo 1 marzo 1811.”
(Bianchini. Storia Econ. Civ. di Sicilia vol. II, p. 80).
(2621) “S.R.M. Con real dispaccio de’ 30 dello scorso giugno V. M. ha comandato a questa deputazione di dire perchè abbia rassegnato alla M.V. con rappresentanza del 13 del precedente maggio il foglio firmato da quaranta baronie, dalla tutrice di un barone pupillo, e da due secondogeniti di baroni, relativo alla imposizione dell’un per cento su i pagamenti, stabilita da V. M. con real editto de’ 14 febbraro del corrente anno, aggiungendo la medesima deputazione quanto le occorra relativamente al foglio suddetto. Ubbidiente la deputazione al sovrano comando fa rispettosamente presente a V. M. che la sola premura di non tener niente occulto alla vostra sovrana intelligenza la indusse ad umiliarle il foglio anzidetto, e ad esporle ingenuamente come e da chi lo stesso foglio l’era stato esibito. È frattanto di parere la deputazione che il mentovato foglio non meriti corso alcuno; giacchè le disposizioni emanate da V. M. col real editto del 14 febbraro del corrente anno, con cui fu stabilita l’imposizione dell’un per cento su i pagamenti, non contengono nessuna lesione de’ capitoli del regno, e de’ privilegi e delle grazie concedute da’ vostri augusti predecessori.
| |
Palermo Bianchini Econ Sicilia
|