Non ci resta adunque che a proporvi, nobili signori ed onorati cittadini, che vogliate autorizzare il senato (se lo approvate) a prendere ai cambii legali con pagare le sensalie e le prudenziali regalie, che in tutto non eccedano il 12 per 100, quella somma che la vostra saggezza crederà conveniente negli attuali bisogni, per unirsi alle onze 50000 di già accordate, ed impiegarsi in acquisto di grani per sollievo della popolazione, per tutto quel tempo che crederete necessario, a condizione però, che lo smercio di tali grani sia eseguito in modo da non portare al comune perdita alcuna sia pel capitale, sia per le spese, sia per gl’interessi.”
Di Voi ec. divotissimi servi – I componenti il Comitato.
(2630) Questo è per esteso il reale dispaccio di autorizzazione, comunicato all’allora Pretore della città di Palermo principe di Aci:
“Il Re, cui ho rassegnato la rappresentanza di V.E. colla quale ha implorato i mezzi onde poter soddisfare il prezzo dei frumenti, in parte già arrivato in Palermo per la provvista di questo comune, ha detto che il parlamento del 1812 al cap. I. § VII. dei consigli civici ha permesso gli imprestiti forzati in caso di decisa carestia, che ben tale s’è manifestata al presente per le continue ricerche, che vengono da tutt’i punti di Sicilia, del permesso di provvedersi dei frumenti esteri per non trovarsene nazionali. – Ed io di sovrano comando lo partecipo a V.E. per sua intelligenza ed uso corrispondente. – Palermo 3 gennaro 1816. – Firmato – Il Marchese Ferreri.
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