“5. S’è ordinato lo sfratto a tutte le procedenze dalle coste orientali del regno di Napoli, e da tutto l’Adriatico, incluse le isole sino al golfo di Napoli di Romania. Per le procedenze da Napoli e dalle coste occidentali di detto regno sino a Livorno, s’è stabilita una stretta osservazione.
      “6. I corsari di qualunque natura saranno sfrattati.
      “7. Per tutte le isole a ponente di Sicilia, cioè: Ustica, Levanto, Pantelleria, Maretimo, e Favignana, s’è fissata la contumacia di giorni trenta per gli uomini, e giorni quaranta per le merci suscettibili, nei soli porti di Palermo e Messina. Si è fissata la contumacia per l’isole Eolie in giorni quaranta per gli uomini, e cinquanta per le merci come sopra.
      “8. Finalmente il littorale di Palermo sarà custodito come quello del regno.”
      (2632) Il rapporto originale di questo tremuoto, pubblicato in quel tempo da uno degli abitanti di Sciacca, è il seguente:
      “È da più mesi che la disgraziata città di Sciacca è afflitta dal flagello terribile del tremuoto. In tempo di notte si sono intesi interpellatamente dei tuoni sotterranei, ma così leggieri che non hanno recato al popolo il menomo sconcerto. Il sesto dì però della novena del S. Natale si sentì un tuono sotterraneo che fu seguito da una leggiera scossa di terra, la quale fece nell’animo degli abitanti qualche impressione. Sin da quel punto il pozzo sorgivo che trovasi nel giardino del monistero delle Giummare incominciò a tramandare del fetore di zolfo, e la sua acqua ad intorbidarsi. Le stufe cessarono di esalare il solito fumo, e l’acqua dei molini scendeva in minor quantità. Ai 10 di gennaio comparve sopra il capo di S. Marco l’arco baleno, e continuò tre giorni continui senza mandare affatto della pioggia.