Spuntò il giorno 14 di detto mese piuttosto sereno e senza freddo, ma sonate le ore venti sentissi un piccolo tremor di terra che non da tutti fu inteso. Immediatamente cominciò l’aere ad offuscarsi, dense nuvole rotolavansi nell’aere, e ad ogni momento balenavan dei lampi. Fra mezz’ora tutto cessò, e il cielo restò un poco ottenebrato. Quando ad ore 22 dello stesso giorno dei 14 sentissi un terribile tuono sotterraneo ed uno spaventevole tremuoto, che scosse tutta intera la città, e parea che le mura e le fabbriche minacciassero rovina; la colombrina del baluardo di Santa Margarita svoltò e cadde a terra; il popolo tutto atterrito e col pallore in faccia uscì dalle sue case, e corse ad implorare la protezione della Vergine santa del Soccorso. Grazie al cielo non successe alcun danno eccetto qualche fissura nelle mura delle fabbriche d’alcune chiese e di qualche casa. Al ritorno che faceva il popolo dalla chiesa della Santa Vergine del Soccorso, replicò un’altra terribile scossa, per cui gli atterriti abitanti parte correano fuori le porte, e parte si radunavano nei luoghi più vasti dentro la stessa città. Alle ore due della notte s’intese scoppiare un terribile tuono sotterraneo, che fu seguito da una scossa così sensibile, che allarmò tutta la popolazione. Era una tragica scena il vedere nell’oscurità della notte gli abitanti d’ogni ceto correre a folla fuori le porte piangendo amaramente la loro disgrazia, ed implorando ad alte voci soccorso dalla Provvidenza. Così passò tutta la notte.
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