Quei poveri fedeli ripetevano altamente il nome della santa Vergine, disperati quasi della loro salvezza. Verso le ore due della notte un sensibile rimbombo sotterraneo seguito da uno spaventevole
tremuoto arrivò sin anche a sonare tutte le campane. Non era ancora scorsa una mezz’ora che vi fu una seconda violenta replica, e così passò tutta la notte. Il senato avea fatto in detto giorno fabbricare una chiesa di tavole nel piano di s. Francesco vicino le mura della città in onore della santa Vergine, per ivi collocarvi la detta Imagine. Il giorno appresso, cioè il 19, comparve sereno, e solo la mattina s’intese una piccola scossa. Alle ore 21 tutto il popolo in processione di penitenza, accompagnato dagli ecclesiastici e da tutti i padri del ritiro di s. Francesco che si flagellavano a sangue, andò a prendere la miracolosa Imagine per trasportarla al nuovo santuario. All’uscire che fece il santo simulacro cominciò ad aumentarsi sensibilmente il fetore di zolfo, e videsi nella sommità di s. Calogero (luogo delle stufe) una densa colonna di fumo che mandava delle scintille di fuoco. Il giorno 20 spuntò chiaro e sereno, e non vi fu veruna scossa, ma comparvero nel feudo di Lazzarino tre colonne di fuoco che durarono più di dieci minuti, e quindi sparirono lasciando dopo una gran quantità di fumo. Il 21 nel feudo di Nadore, alla rocca chiamata del Neggio videsi innalzare un’altra colonna di fuoco, che fu da tutti gli abitanti osservata attentamente essendo in prospettiva della città, e durò più di tre quarti.
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