Per tre giorni continui il mare si trattenne lontano, e la notte del 23 alle ore sei replicò una altra terribile scossa. Il giorno 24 si videro nel feudo di Tranchina verso le ore 22 altre due colonne di fuoco che durarono più di dieci minuti. D’allora in poi il tempo è stato per più giorni sereno come nel mese di maggio, ma sono di già ritornate le piogge ed il vento, senza però la menoma scossa. Dalle stufe di s. Calogero seguita ad uscire il solito fumo; la luna è stata serena ma accompagnata da un cerchio grande, ciò che s’ha per segno di futura calma. – Giornale Siciliano num. 2.”
(2633) Il reale dispaccio che abolisce il dazio del pesce è contenuto nei sensi e colle parole qui espresse.
“S.M. mossa dalle lagrime del ceto miserabile dei pescatori, i quali hanno umiliato di gravitare interamente sopra di loro, e non già sopra i consumatori il nuovo dazio di grani tre a rotolo sopra il pesce, ed in considerazione ancora della loro ubbidienza e prontezza con cui ciò non ostante si sono sottoposti al detto peso, è venuta per sovrana sua clemenza ad ordinare, che il detto dazio sul pesce contenuto nell’art. 14 del reale decreto dei 21 gennaro passato, resti abolito dal primo dello entrante mese di maggio in questa capitale e nei luoghi vicini, ove il presente sovrano ordine perverrà prima del detto giorno, e nei luoghi più rimoti dal giorno in cui sarà pervenuto e pubblicato, e che al detto dazio venga surrogato un altro grano a rotolo sopra la carne, aumentandosi in tal guisa dalli grani tre a grani quattro a rotolo il dazio sopra la carne imposto nel detto articolo 14 del detto decreto dei 21 gennaro.
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Tranchina Giornale Siciliano
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