“6. Che ove l’impronto non possa in cotesta parte dei reali dominii riuscire in tutto o in parte, in questo caso designando V.E. i modi dei rimborsi in iscadenze diverse, da non oltrepassare il corso da settembre di quest’anno ad agosto dell’anno venturo, e mandando ella le corrispondenti lettere di cambio, debba io qui trattare con capitalisti il detto impronto, coll’interesse del mezzo per cento al mese.
“7. Che V.E. debba far subito conoscere colle sue osservazioni i mezzi che proporrà l’intendente di Catania par facilitarsi la riparazione delle chiese, e degli edifizii di pubblica beneficenza dotati di rendite, ma non sufficienti a far seguire prontamente le necessarie riparazioni, all’oggetto di prendere le sue sovrane risoluzioni.
“8. Che siccome mediante le operazioni da S.E. disposte per le rettifiche dei riveli di fondiaria, giusta le notizie qui pervenute in diverse volte, han dovuto risultare degli aumenti d’introito non solo sulle onze 299,153 di fondiaria ragionata al sette e mezzo per cento, ma benanche sulle onze 199,436 della sopratassa provvisoria del cinque per cento, così debba l’E.V. esaminare nel ricevere lo stato de’ disgravii di fondiaria se l’ammontare di questi ultimi possa esser ripianato cogli aumenti avutisi dalle rettifiche de’ riveli; volendo S.M. in caso d’insufficienza, ch’ella manifesti la differenza tra le somme de’ disgravii da accordarsi al distretto di Catania, e quelle degli enunciati aumenti affin di ordinarsi col nuovo stato discusso la sovrimposta sulla fondiaria, limitatamente alla sola differenza.
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