Ora tutte queste acque, eccetto quelle del mare, che non si possono riconoscere, si videro venire in aumento. L’acqua dei bagni, che giusta la testimonianza di quel direttore ch’è diligentissimo, era prima di 64 penne, si trova ora di 284. L’altra delle lavandaie era prima di penne 128, ed ora è di 584. I diversi pozzi sono giunti ad aumentarsi quale di palmi 9, quale di 12, qual di 14, e v’ha quello di un certo Scalambra che s’è accresciuto sino a palmi 20.
“È così chiara e copiosa l’abbondanza delle acque che si cerca di ripigliare un molino situato sulla spiaggia ch’era stato già da più anni abbandonato per la scarsezza delle acque che nello scaricarsi nel mare vi arrivano dai bagni.
“Questo aumento è stato prodotto, siccome è naturale, dalla scossa del tremuoto, che rompendo, ammassando, calmando, apre o pure chiude le vie interne, per le quali scorrono le acque, d’onde avviene che queste si deviano, e possono così in un luogo ora crescere ed ora mancare. Ma tali deviazioni, che accadono dopo le grandi scosse non sono talvolta permanenti: può la copia dell’acqua per alcun tempo mantenersi, ma poi a poco a poco può l’acqua stessa disfare gli argini novelli, e ritornare ai primi viottoli.
“Difatto le acque termali dei pozzi che stanno intorno ai bagni cominciano a decrescere. Nel pozzo di s. Francesco Candiato s’è ribassata di 8 palmi, in quello di Deluca palmo uno, nell’altro d’Ignazio Catanzano palmi due, e dove più dove meno secondo la diversa posizione. Si mantengono egli è vero nello stesso aumento le acque dei bagni e quelle delle lavandaie, ma se il decremento dei pozzi che già è cominciato non fa gabbo al mio giudizio, si può congetturare che forse a poco le acque di quelle due sorgenti andranno ancora mancando.
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Scalambra Candiato Deluca Ignazio Catanzano
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