(2742) Storia Cronologica dei Vicerè ec. Appendice cap. XI, pag. 778.
(2743) In varie città e comuni della Sicilia replicaronsi se non colla medesima magnificenza della capitale, almeno con soddisfacente pompa le feste per l’arrivo di S.A.R. il principe D. Leopoldo Borbone conte di Siracusa, dimostrando l’ugual premura che dai cittadini palermitani si provava per siffatta circostanza; i quali poi ebbero il favore d’un tiraggio delle doti per le donzelle povere che S.M. volle accordar loro perchè fosse maggiormente splendido e ricordevole il giorno dello arrivo dell’augusto fratello. Non mancarono però dei poeti che celebrarono questa occasione con dei versi, fra’ quali ci piace di trascegliere quelli dall’abate Vincenzo Raimondi che comunemente riuscirono, benchè dettati nella lingua del lazio, graditi per quella squisitezza e sapore romano che in parecchie composizioni del medesimo autore s’ammirano. Dessi furon i seguenti:
Quod fuit in voto dudum, quod saepe rogavit
Trinacria obtinuit, laetitiaque furit.
Dicite io Siculi, venit, patriamque gubernatCretus, ut optastis, sanguine Borbonio;
Laudibus eximiis ad sidera tollite regem,
Qui dedit hoc vobis munere posse frui;
Magnanimis atavis clarisque simillimus haeres
Fernandus regnat, pollicitisque manet.
Sic fausta evenient, et votis omnia cedent,
Sic certe incipiet gratior ive dies;
Ergo age, sume animos, celebra nova gaudia civis:
Est a munifico principe dulce regi.
Sed tu, quo nimium laetatur Oretus alumno,
Nos Leopolde juva, qui potes, auxilio;
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