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      Ne' moralisti, e ne' teologi, che fondarono nel secolo decimoterzo le scuole del rinnovato sapere Europeo, onde trassero il nome di scolastici, e nel loro maggior maestro S. Tommaso (uomo d'ingegno, stupendo, e miracoloso) qualche cosa si comincia ad incontrare; ma ella è sepolta, per così dire, nell'oscurità, e nella secchezza di quello stile, e di quella maniera di disputare. I successori, ed i seguaci di lui trattarono, egli è vero, grandissima parte del Dritto Universale, ma con tanta confusione, e agglutinamento d'idee ora tratte dalla teologia Cristiana, ora da' canoni della Chiesa, ora dal semplice dritto, e dalla morale universale, che spesso è loro avvenuto di meschiare le controversie, e lo studio d'una scienza coll'altra(17). Così, per esempio, in vece di disputare se una nazione Cristiana recando armi, navi, e munizioni ai Musulmani, perpetui nemici del nome Cristiano, offendesse l'alleanza, o la neutralità verso gli altri Cristiani, sono andati a ricercare, se col trasporto di queste munizioni da guerra s'incorresse, o nò nelle scommuniche fulminate nella Bulla di Pio V, in Cæna Domini(18). •
      Ugon Grozio, che col favore della sua immensa lettura, e prodigiosa memoria, avendo d'un ricamo ricchissimo d'erudizione abbellita la vecchia stoffa del Dritto Publico, acquistò fama di fondatore d'una scienza, che alla vaghezza, ed al lustrore di quell'insolito ornamento parve tutta nuova, appena destinò uno, o due capitoli del suo libro De Jure Belli, & Pacis a parlare de' dritti, e de' doveri della neutralità.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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