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      Questi due assiomi sono nella mia mente, e nel mio cuore stabiliti come verità tanto luminose, e manifeste, quanto gli assiomi geometrici, e niente di meno. Contiene in sustanza il primo una proposizione, che immediatamente deriva da' principj, e dalla definizione stessa della beneficenza, l'altro da que' della giustizia.(26) Consumerei il tempo in vano a parer mio, a volergli con chiare ragioni dimostrare, come lo impiegherebbe male chi s'impegnasse; volendo insegnar la geometria ad altri, a dimostrar con diffusi argomenti, che il tutto è maggior della sua parte. E se mai taluno con mala fede negasse di sentir nella sua mente tanta evidenza nelle sopraddette verità morali, quanta ne hanno gli assiomi geometrici, la pena di questa mala fede ha da esser non altra, che quella di ritorcer da lui il discorso, ed indrizzarlo ad altri più benevoli, e più ingenui ascoltatori. Che se poi con buona fede taluno confessasse esser il suo cervello così stranamente organizzato (il che non sarebbe impossibile nell'infinita varietà delle teste umane) che non sentisse in se l'evidenza delle sopraddette verità morali, quel silenzio stesso, che a' disputanti di mala fede si è dato per pena, si darà anche a questi per solo sentimento di compassione. Con costoro, come verso tutti gli altri o stolidi, o malefici guastatori del vero sapere non ci rimane altro, che ad esclamar con Cicerone. Perturbatricem autem barum omnium rerum Academiam (hanc ab Arcefila, & Carneade recentem) exoremus, ut sileat.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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