L'opinione del Volfio sembrami in tutto contraria alla sopraddetta, giacchè pare, ch'ei dica essere ogni nazione obbligata a dar soccorso a quella, che fa giusta guerra, sebbene aggiunga esservi gius perfetto in chi domanda il soccorso, ma imperfetto in colui, che dovrebbe darlo; onde egli passa a prescrivere, che facciansi trattati affinchè questo gius divenga perfetto. Ma come mai ha potuto il Volfio non accorgersi, che per far un trattato vi vuole il libero consenso di due, onde egli non poteva prescrivere, ed ordinare ad un solo il farlo, quasicchè da esso solo dipendesse il concluderlo? E se secondo il suo dire, quella Sovranità, a cui si richiede l'ajuto non ha obbligo perfetto di darlo, non avrà neppur obbligo di far trattato. Svaniscono adunque queste puerili, e mal imaginate distinzioni di gius perfetto, ed imperfetto, e riman solo l'asserzione, che naturalmente vi sia obbligo di dar ajuto agli ingiustamente attaccati, proposizione in se stessa vera, ma che merita essere minutamente discussa secondo le teorie nel capo precedente da me esposte per applicarsi a ciascun caso(64)
Meglio dunque, che ad esaminare le poco esatte sentenze del Volfio io impiegherò il tempo a ricercare quale sia tra tutti i casi di beneficenza obbligatorj, quello, che possa dirsi il massimo, e il veramente forzoso; il che facendo verrò anche ad esaminare se a ragione abbia Ugon Grozio deciso essere stata ingiusta la guerra de' Romani contro quel Tolomeo Re di Cipro, che ad essi avea mancato di gratitudine(65).
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