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      Ma s'egli è indubitato, che anche ne' contratti di esatta giustizia non vi è obbligo di restituire più di quanto si è ricevuto, molto meno si potrà pretendere, che per sentimento di gratitudine sia forzoso render più di ciò, che fu donato. Anzi chi sostenesse, che del benefizio avuto s'abbia a dar sempre l'equivalente, s'ingannerebbe, e convertirebbe l'atto del beneficare in un contratto di prestito, o in uno di quegli da giuristi detti innominati del dare per avere, o del far per ricevere, o altro somigliante. Obbligo inerente alla natura umana, e sostegno della general società, è il non esser ingrato. Ma il beneficio, che si rende deve sempre soggiacere all'esame di quelle ragioni componenti il dovere della beneficenza nel capo precedente esposte, e dichiarate.
      Quindi quantunque siansi ivi da me enumerate alla rinfusa le cause maggiori della gratitudine, e dell'amicizia tra' Sovrani, pure io non esiterò di dire, che non tutte, nè sempre giungono a render forzoso il dover divenir ausiliare. Una sola io ne ravviso predominante a tutte, e degna di tanta gratitudine da poter render forzoso l'obbligo di prender la gravissima, e durissima risoluzione di entrar in guerra; e questa è quella stessa, che la sapienza degli antichi giureconsulti, nelle leggi civili ci avea indicata, cioè la Donazione(67). Voglio dire, che quel Sovrano, che riconoscerà il trono, e la sovranità dal generoso, e libero dono d'altro Principe, non può a parer mio scusarsi nè dispensarsi dall'ajutarlo, e congiungersi a lui in una giusta guerra, se vi sarà invitato.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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