E parimente rispetto ai governi Republicani, quella nazione, la cui libertà, ed indipendenza sarà opera, e dono d'altro Sovrano, o Republica, non sò persuadermi, che possa senza vizio, e senza rimprovero di mostruosa ingratitudine, invitata a collegarsi, restare nella neutralità. Nè da questo caso molto si divaria quello dell'essere stato altra volta un Principe, o una Republica così potentemente soccorsa da altra Sovranità in qualche guerra pericolosissima, che secondo i discorsi della probabilità, pareva prevedersi, che senza quel vigoroso ajuto, avrebbe infallantemente perduta la Sovranità, o l'indipendenza. Siffatto dono, e benefizio essendo il massimo de' possibili in questa linea, obbliga ad una riconoscenza massima anche essa, e per conseguenza forzosa.
Ora vi saranno molti ai quali sembrerà pressocchè inutile tutto questo discorso finora da me fatto, perchè si persuaderanno non potersi incontrar mai, o quasi mai il caso, che dopo tanti legami o di benefizj d'ajuti ricevuti, o di dono, e cessione di dritto sovrano, non siasi stipulato trattato d'alleanza. E certo quando un trattato vi sia tramezzo, mutansi i termini della presente quistione, essendo l'adempimento de' trattati un dovere di rigorosa giustizia, e non più un atto di beneficenza, e di grata retribuzione. Perciocchè ogni cosa promessa dee riguardarsi come acquistata già, e divenuta propria di chi ha la promessa, e quindi il negargliela non è più un non dare il proprio ad altri, ma è un togliere altrui ciocchè era divenuto già suo: e perciò gli obblighi degli alleati sono assai più precisi, che non de' Principi soltanto amici.
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