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      Quindi come di cose aliene dal mio istituto ne ritorcerò il discorso. In oltre a me parrebbe irriverenza verso un pacifico, e quieto Principe, e sarebbe inciviltà, e villania verso qualunque minimo privato, il mettersi non chiamato a voler discutere quali dritti taluno possa avere o vantare, prima, che quegli stesso mettendogli in campo non abbia manifestato, e pronunziato di volersene avvalere. Perciò innanzi, che muovere siffatte dispute converrebbe, s'io non m'inganno, aspettare, che un Papa abbia pensato a promuovere, e far valere taluno di somiglianti dritti attribuitigli: il che se avverrà allora sarà tempo di esaminarlo. Per ora il caso me ne sembra molto lontano.
     
     
      §. IV.
     
      Tempo è di passare ad esaminare se sia necessario ad un Principe per godere dello stato di neutralità il manifestarla con qualche atto publico sia editto, o dichiarazione, o altro; e se debba convenirla per via di trattato colle potenze guerreggianti: della qual quistione sarà facilissima la risoluzione a chiunque porrà mente alla definizione da me data della neutralità(71): giacchè non essendo essa un nuovo stato di cose, in cui entri un Sovrano, ma soltanto una perseveranza, e continuazione nello stato, in cui già era, si fa manifesto non esservi in realtà bisogno di dichiararla, fuorchè col fatto, e colla osservanza dell'imparzialità, e di tutti i doveri di essa: e quindi molto meno ha necessità d'essere stipulata con speziale trattato(72). Egli avviene però oggi, nella stretta corrispondenza, in cui vivono tutti i Sovrani di Europa per mezzo de' ministri, che fissamente tengono nelle principali corti, che essendo questi solleciti, ed ansiosi di richiedere, ed interrogare le intenzioni del Sovrano, presso cui risieggono, sulla guerra insorta, dalle risposte, che ricevono rimanga dichiarata prima, che co' fatti, colle assicurazioni date l'intenzione dell'adottata neutralità. E spesse volte quantunque non vi fossero ministri residenti scambievolmente, que', che s'incontrano a risedere in una terza corte comunicandosi le intenzioni de' proprj Sovrani vengono a palesarla.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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