Questo dritto è certo. Ma passar dal dritto della difesa, o sia della conservazione con un salto a quel della sicurezza; ed estender poi questo indefinitamente, senza delinearne i termini, conduce direttamente ad un baratro d'eccessi, di scelleratezze, e d'orrori. Qual tiranno vi fu mai, qual usurpatore, qual sedizioso uomo, che tutti gli atti più esecrandi, e crudeli non gli abbia ammantati sotto il velo della necessità di sua custodia, e della sicurezza sua(83)?
Pongansi adunque i giusti limiti a quel che può l'uom fare quando teme. Mi sovviene il grazioso detto di Vibio Crispo, il quale osservando un, che in mezzo al foro Romano passeggiava con la corazza indosso contro al costume di que' tempi, ed a' divieti degli statuti, lo richiese della ragione di sì fatta novità: ed intesosi da colui rispondere, che andava così premunito, perchè temeva, ripigliò subito, chi vi ha data licenza d'aver tanta paura(84)? Parmi, che ad un dipresso così potrebbe un Sovrano indipendente risponder ad un altro, che esigesse da lui soverchie pruove di sicurezze, e per ottenerle a forza attentasse, o violasse la Sovranità di quello, senza altra miglior ragione, che quella di dire, io temo. Potrebbe risponderglisi, chi vi ha autorizzato a temere?
Ma siccome di questa materia più diffusamente in altro luogo ragionerò, mi basti quì di dire, che il solo timor lontano, non derivante da argomenti, o indizj, che un Principe dia di prossima violazione della neutralità, ma solo della verisimiglianza, dalla credibilità, e della congruenza, non sono giusto motivo di usar sopra lui la superiorità delle forze per astringerlo a far un atto non libero, e non di spontanea sua volontà(85).
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