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      Perciocchè primieramente è da considerare quanto sia grande il predominio, che sull'animo, e su' pensieri della moglie deve per dritto aver il marito, e quanto sia grande, e frequente quello, che per fatto sogliono avervi su' mariti le mogli. Avvertasi di più, che qualora o due fratelli, o un padre ed un figlio s'incontrino ad esser ambedue possessori di Sovranità, ne avviene necessariamente, che più non convivano, riferendo ciascuno nel suo Stato, e rimangano distanti tra loro, cosicchè di rado, o non mai più si riveggono; ciocchè non avviene de' conjugi Sovrani. Or la lontananza indubitatamente scema d'assai la forza a que' sentimenti, che o dall'amore, o dalla riverenza son generati. Inoltre è da osservarsi, che nelle importanti, e gravi deliberazioni degli stessi Sovrani assoluti, e dispotici (quale è certamente quella di muover guerra) influiscono, e prevalgono molto non solo i consigli, ma fin anche i tronchi, e dimezzati accenti de' ministri, de' cortigiani, de' favoriti. Qualora abbiano diversa residenza i Sovrani, questi consiglieri, o cortigiani sono per la maggior parte scelti tra' proprj vassalli; perlocchè non sono d'una sola, e stessa nazione, ma di due diverse spesso emule, talvolta odiose, e sempre al meno indifferenti l'una all'altra. Non è così nel caso d'un marito, e d'una moglie. Riseggono essi nella stessa Reggia: si veggono perpetuamente, e o si amano, e si accarezzano, o almeno si riguardano(113); e quelle risoluzioni, che non si otterrebbero dal solo freddo sentimento del rispetto di chi è lontano, si espugnano colla calda insistenza da vicino.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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