E per quanto riguarda i tributi imposti o per transazion di guerra sventurata, o per redimersi dalla perpetua vessazione, non vi sarà a creder mio chi non conosca quanto a mal in cuore, e con animo doglioso, ed avverso si paghino, e si sospiri sempre di veder giunto il momento da potersene scaricare. Ma io non dubiterò di aggiungere, che anche i pagati in compenso di concessioni ottenute non generano affezione. Parrebbe egli è vero, che la gratitudine producesse amicizia, e collegamento; ma tale è la natura umana, che quando il benefizio è antico, e la mercede stabilita di esso è perenne, e continuata, si dimentica quel comodo una volta conseguito, e si sente solo l'incomodo permanente(131). Piace allora il liberarsene, e le vicissitudini d'una guerra ne fanno trasparire qualche opportunità. Piace perciò, che il Principe riscuotitor del tributo entri in guerra, e rincrescerebbe aumentargli le forze(132). Ben lungi adunque dall'esservi dritto in un guerreggiante di temere de' tributarj del suo nemico, toccherebbe a costui il diffidare, e rassicurarsi della lor fede. Ma del Dritto chiamato di Sicurezza qualche cosa ho detto di sopra(133), e più lungamente ragionerò in appresso, nè quì fa al proposito discorrerne.
Intanto egli è chiaro non potersi ricusare con buon dritto ai tributarj il rimaner nella neutralità, se la chieggono, e così ad essi conviene. Ho di sopra eccettuati que' soli tributarj, che pagano tributo per stare nella clientela, e sotto la protezione d'una Sovranità maggiore, perchè la loro condizione và sempre congiunta coll'alleanza; ma anche a questi può riuscir talvolta di rimaner neutrali in tutti que' casi, ne' quali gli alleati stessi lo potrebbero, come in appresso dirò.
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