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      Infine se mancandogli ogni buona ragione da addurre si è rivolto agli usi attuali dell'Europa, anche in questo ha preso abbaglio confondendo tra'l conceder truppe stipendiate, che val tanto quanto il lasciar reclutare nel proprio dominio, e il prometter truppe ausiliarie(149). Di quelle mi son riserbato a ragionar altrove, ed esaminare se siano una violazione della neutralità; ma rispetto alle truppe fornite da' Sovrani sussidiati ardirò francamente asserire non esservi stato affatto, o esser rarissimo l'esempio, che chi le ha date abbia sinceramente creduto non aver violata l'imparzialità, e la neutralità. Lo avrà simulato, e quel Principe contro cui guerreggiavano lo avrà dovuto dissimulare. Malamente credè dunque il Vattel aver messa in luce una opinione più umana, e pacifica: anzi per contrario quanto ella è insostenibile in dritto, tanto servirebbe ad autorizzare l'impunità delle simulazioni, a render finte le neutralità, mal sicure le paci, eterna la ricordanza delle ostilità sotto il manto della neutralità esercitate.
      Sostengasi adunque la ricevuta universale opinione(150), che il sussidiato nel caso del patto non può pretendere la quiete della neutralità, nè si distingue da ogni altro alleato. Di questi è tempo, che io venga a ragionare.
     
      De' Sovrani Alleati.
     
      Tutti gli scrittori del Dritto delle Genti han dovuto diffusamente ragionare degli alleati, e su' dritti, che ad essi, o contro essi in pace, ed in guerra competono. Parrebbe perciò, che poco in questa parte mi restasse da dire.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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