Senza nuova causa non si dà nuovo stato di cose, nè può nascer nuova obligazione. Non può pretender l'altra condizione, perchè il neutrale come è tenuto a non accrescer le forze d'uno de' guerreggianti, così è tenuto del pari a non diminuirle. Le diminuirebbe non prestando ciocchè per patto deve; mancherebbe all'amicizia, e alla giustizia: offenderebbe dunque uno de' due amici, e cesserebbe d'esser neutrale.
Parimente se il neutrale avesse con un solo de' guerreggianti conchiusi trattati di privativa, e di favore in qualche ramo di commercio, di defalcazione di dazj ne' porti, di fisse tariffe nelle Dogane, di esenzione dall'albinaggio, dal valimento, dalla visita, di più facile ammissione al dritto di cittadinanza, di successioni, e di chiamate di linee tra' Sovrani, di concordati rispetto ai ranghi, alle precedenze, ai saluti in mare, di reciproca corrispondenza, e surrogazione de' ministri residenti nelle corti, e de' consoli (le quali cose appunto sono le oggi comprese sotto il nome di Patti di Famiglia) e non avesse veruna di siffatte convenzioni coll'altro; lo stato di neutralità le lascerà sussistere nel loro pieno vigore, qualora erano stipulate anteriormente alla guerra(182); nè l'altro guerreggiante avrà dritto, sotto scusa di doversi serbar l'eguaglianza, o di domandar altrettanto, o di esiggere, che se ne sospenda l'osservanza rispetto al suo nemico.
Così anche se l'uniformità del culto religioso, e l'unità di credenza mettesse tra due Sovrani certe correlazioni, e legami non esistenti verso chi siegue diversa religione, assai più strano, e quasi ridicolo sarebbe il voler esiggere, che il neutrale o dovesse mutar credenza, o romper que' sagri, e per se preziosi legami a fine di palesarsi perfettamente neutrale(183).
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