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      [Assioma II]Secondo. Che ogni Sovrano è obbligato dall'amicizia, e dall'umanità a rimuovere non solo tutte le cause, ma a frastornare i mezzi, onde possano i guerreggianti prolungar la durata della guerra(192).
      Esiste dunque in ogni Principe neutrale un dovere di frastornare, e rifiutare gl'istrumenti, e le armi tutte micidiali; e non è già (come molti giuspublicisti(193) sembrano insegnare) solo dritto di ciascun guerreggiante il vietar ai neutrali di dar armi ai loro nemici, ma egli è un obbligo proprio, ed un dovere diretto d'ogni virtuoso neutrale l'astenersene, e il rifiutarle.
      Quindi è, che siccome la naturale indipendenza autorizzava il neutrale a continuare nella libertà d'ogni commercio co' suoi due amici, quantunque guerreggianti tra loro, così la virtù, e l'umanità ristringono l'indefinita licenza de' commercj, e fanno nuovo stato di cose rispetto soltanto a tutto quel, che può contribuire ad accrescere, ed a continuare gli orrori della guerra(194): del che vengo alquanto più diffusamente a ragionare.
      Conobbero in ogni tempo i sapienti esser l'ira nell'uomo un breve furore, e come tale la definirono(195). Conobbero perciò non esser vero atto d'amicizia in chi è a sangue freddo il secondare, e compiacere all'amico, come in ogni altra cosa, così anche nella collera, e ne' trasporti dello sdegno; anzi riguardarono come debito dell'amico il frapporsi a temperarla, e mitigarla: e spinsero tanto in là quest'insegnamento, che non solo vollero, che all'infuriato non offerisse l'amico la propria spada, ma gli negasse anche quella di lui datagli a conservare, benchè a prima vista paja, che essendo sua non se gli potesse senza ingiustizia negare(196). Or l'ira è la madre delle guerre.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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