Nel che per proceder con ordine conviene ricordarsi esservi molti casi da me spiegati di sopra, ne' quali una potenza dando legale presunzione di parzialità verso uno de' guerreggianti, non può goder con sicurezza la quiete della neutralità se non convenendola per via di trattato con l'altro. Riduco ora questi casi a trè. I. Quando lo stesso guerreggiante chiede la neutralità per un suo distinto, e separato dominio(199). II. Quando il Sovrano, che la chiede dà solo una presunzione, ed un sospetto di parzialità o per la stretta parentela, o per altro legame con un guerreggiante(200). III. Quando non già per soli sospetti, ma co' fatti avendo manifestata la sua parzialità per uno, vien poi astretto dall'altro o colle minacce, o anche colla forza delle armi ad abbracciare al fine il partito della non volontaria neutralità. Di ciascuno separatamente ragionerò.
Se lo stesso guerreggiante per una sua distinta, e separata sovranità la chieda, a molti sembrerà, che non si possano a siffatto caso adattare i generali precetti dati da' classici giuspublicisti su' doveri de' neutrali, perciocchè non parrà (come in fatti non lo è) condizione accettabile, e ragionevole, che il Sovrano abbia ad astenersi dal riscuoter più alcun tributo, o imposizione su quel dominio suo rimasto neutrale, e che debba licenziare dalla sua corte, e dagli altri suoi dominj quanti cortigiani, uffiziali, e soldati nativi di quello egli vi ritiene, per la ragione, che da un paese neutrale non possono venir soccorsi di gente, o di denari al guerreggiante.
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