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      Del quale argomento la occulta fallacia stà in questo di presupporre, che siccome il valor d'uno scudo è una quantità minima per un ricco, così sia minimo anche l'atto di rubarlo, o prenderlo a viva forza. Ma non è la valuta della cosa in se, che convien calcolare; è la violazione del dritto di proprietà quello, a cui bisogna dar valore, e questa è sempre una quantità massima, e potrei ben anche dire infinita, giacchè non se le può contropporre altra maggiore. Avvertasi, che quante volte vacilla la certezza del dominio di ciò, che un uomo ha, egli non può più dire con asseveranza di posseder niente in questo mondo. Tutto potrà essergli tolto se ha potuto senza ingiustizia, ed impunemente essergli rubato un solo scudo. Non possedendo più nulla con sicurezza, non ha sostegno alcuno la sua vita. Diviene il più povero de' mortali: più povero di quel mendico stesso, che gli chiedeva uno scudo. Ecco come si dimostra non potervi esser bisogno maggiore del bisogno, che ciascuno ha d'esser sicuro del suo; e che ciò sia vero lo confesserebbero gli stessi ladri. Perchè se si proponesse ad un ladro volersegli accordar permissione, e libertà perfetta di rapir quanto gli piaccia, colla sola condizione, che altrettanto sia permesso impunemente ad altri di far sopra di lui, sicuramente non accetterà questo nuovo stato di legislazione, o sia di rapina, e d'incertezza di possesso universale(224). Comprenderebbe subito a nulla valergli l'acquistare, se non è sicuro di ritenere, nè sarebbe gran capitale delle sue corporali forze quantunque grandissime, conoscendo, che posson collegarsi contro lui più persone, e superarle.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527