Di queste sole diverrebbe risponsabile il neutrale se non le ignorasse, e per soverchio tempo le pazientasse, o le dissimulasse.
Ma se le offese, e le ingiurie, non consistessero in altro, che, per esempio, in querele fatte dall'ambasciatore sull'ingiustizia delle armi del nemico del suo Sovrano, o in parlar con illimitata libertà di colui manifestandosene nemico, o finalmente in soli atti d'umanità, di soccorso, di ricovero verso le sventurate vittime della ferocia guerriera, certamente niun dritto vi sarebbe di lagnarsi di lui, essendo manifesto, che ogni ambasciatore può tenere il linguaggio stesso del suo Principe, e manifestarne i sentimenti, e non solo può ma deve prestar soccorso a que' della sua nazione ovunque l'umanità lo consigli; nè con questi atti si aumentano le forze al suo, o si diminuiscono all'altro Sovrano: solo si diminuiscono le atrocità, e le sventure.
Parmi aver con chiarezza stabilita la misura de' doveri degli ambasciatori de' guerreggianti risedenti presso un neutrale. Che se alcuno troverà, che la prattica attuale d'Europa in qualche cosa; si discostasse, o almeno siasi nelle età a noi vicine discostata da essa, io pregherò i miei lettori a pazientare, ed attendere a leggere quel capo, in cui delle infrazioni, che fannosi alla neutralità ho risoluto di ragionare, ed in esso vedranno onde sia avvenuto il recedersi in molte cose dal chiaro dritto delle genti, e dalla naturale giustizia.
Ora continuando il mio discorso, dico che non competendo agli ambasciatori dritto di non sottomettersi agli obblighi della neutralità, allorchè riseggono su' dominj del neutrale, molto meno può competere a qualunque altra persona ancorchè sovrana, che vi s'imbattesse a risedere.
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