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      Del che la chiarissima ragione è sempre questa, che niuno può trasferire ad altri maggior dritto di quel, ch'egli stesso abbia(267). Or se il neutrale istesso, e le truppe sue uscendo dal lor territorio ad offender un Principe vicino, e poi ritornandosene a casa non sarebbero sicure dall'inseguimento dalla parte di colui, molto meno potrebbesi pretender d'accordar questo preteso asilo ad altri se continuasse nella intenzione ostile.
      Evvi perciò come ho diggià detto di sopra differenza tral caso, che le truppe d'un guerreggiante siano dapprima passate per quello stesso territorio del neutrale, allorchè marciavano contro al loro nemico, in cui poi si ricoverano dopo la rotta, ed il caso, che vi entrino per la prima volta inseguite, e fuggendo da esso.
      Nel primo caso egli è indubitato, che quando un Sovrano ha concesso il transito volendo restar neutrale, rimane dispensato da qualunque obbligo di dar protezione territoriale, e sul territorio suo è lecito ai combattenti usar tutto quel, che lecitamente farebbero in mare aperto, o sù d'un terreno vacuo, che non appartenesse a veruno(268). Perciò, se le truppe del soccombente vi rientrassero dopo una disfatta potrà sempre il vincitore pretendere d'andar incalzando il suo nemico per tutta quella strada per cui l'altro venne ad invaderlo, e portargli così la guerra sul suo paese, nè con giustizia può essergli impedito.
      Ma nel secondo caso la cosa procede diversamente come ho detto, perchè il Sovrano, territoriale non ha pregiudicato al suo dritto, non ha rinunziato all'obbligo d'accordar protezione, ed asilo agli amici suoi.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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