Solo è cosa certa, quantunque non sia stata dagli scrittori mai avvertita, che chi lo domanda ha da desistere da qualunque ostilità, e rinunziarvi durante il resto di quella guerra, e fino alla prossima pace: e perciò il nemico, che inseguisce è obbligato ad aspettare, che questa dichiarazion d'intenzione sia sollecitamente manifestata: perchè il ritardo, ed il silenzio a pronunziarla equivale, e s'interpreta per rifiuto di dar conveniente sicurezza di voler cessare, ed astenersi dalle offese(269).
E ripetendo il già detto di sopra, avvertirò, che siccome ciò è vero riguardo alle persone, lo è del pari rispetto ad ogni cosa appartenente al nemico, la quale fosse destinata ad usi di guerra, e sul territorio suo per la prima volta si trasportasse con intenzion di salvarla, e ricoverarvela. Meriteranno certamente queste robe la protezione derivante dal suolo sù cui sono, ma non possono uscirne più durante la guerra per tornare al loro padrone per la stessissima ragione detta di sopra cioè, che non si trasferisce mai ad altri maggior dritto di quel, che taluno abbia(270). Or se nè il neutrale, nè i sudditi di esso possono dare a qualunque de' guerreggianti munizioni da guerra, per lo stesso principio non posson neppure concedergli l'uso di quelle, le quali, non per altro godono la protezion territoriale, se non perchè tutto quanto esiste nel territorio d'un Sovrano si riguarda sempre come se fosse appartenente a suoi sudditi, tale essendo la forza, e l'essenza della Sovranità.
E quindi è, che per contrario se le cose appartenenti ai guerreggianti fossero del genere di quelle, che servono all'uomo come uomo non come soldato, ricoverate in territorio neutrale ne godono l'asilo senza la sopraddetta restrizione, giacchè siccome non è vietato ai popoli neutrali commerciare, e condurre viveri, vesti, utensilj, droghe, e tutt'altro ai combattenti, così non è vietato a questi ritirare dal territorio neutrale ciocchè in sì fatta classe di merci apparteneva loro.
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