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      Quegli uomini fortunati, che per disamore alla lettura ed agli studj severi, tenutisi lontani dal rivoltar le dotte opere de' celebri giuspublicisti oltramontani han potuto conservar illeso il lume di loro natural ragione, resteranno forse sorpresi, e scandalezzati nel vedermi proporre seriamente come oggetto degno di esame la di sopra indicata questione, tanto ne sembrerà loro incontrastabile, aperta, manifesta la risoluzione. Diranno, che la retta ragione insegna, e quasicchè grida nel cuor di ciascuno esser tale e tanta la forza del libero dominio d'ognuno sulla roba sua, che mai per nessuna causa può giustamente esser forzato a venderla contro voglia sua: che il prezzo non è mai giusto, per grande che egli si sia, quando violenta la libertà: che il pagar strabocchevolmente una cosa strappata per forza al suo padrone diminuisce l'atrocità dell'ingiuria, ma non la cancella in tutto. Conosceranno questo essere il natural dritto, sebbene sia poi vero, che sotto le forme delle civili società gli uomini obbligati a viver quasi in famiglia sotto un padre comune, possono esser in qualche caso astretti (laddove una manifesta ragion di equità, di compassione, di umanità lo richiegga) a rinunziare ai naturali dritti di proprietà e di libertà, i quali nel loro naturale stato niuno avrebbe dritto di violare; e perciò se nel grembo d'una civil società il caso d'esser forzato a vendere può incontrarsi, tra nazione e nazione ciò non può mai legitimamente avvenire.
      Nè saranno men sorpresi di sentir agitar la presente questione quegli altri più fortunati uomini, i quali buonamente, e sulla vecchia credenza persuasi, che quanto di vero dritto umano è necessario sapere stia tutto raccolto in quel libro de' Digesti, che farà l'eterna gloria dell'Italia, e della ragione umana perfezionata dalla filosofia, abborriscono dalla lettura de' moderni giureconsulti.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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