Però niun autore si è inoltrato a tanto delirio, perchè non li trattava più di lusingar l'ambizion de' bellicosi potenti, e lustrarne con vernice di giustizia la condotta.
Ma che stò io a confutare, o piuttosto a compiangere lo strazio della ragione, e della giustizia fatto finora da' giuspublicisti in oppression de' neutrali. Non è il minimo di tutti la brevità, e la confusione, colla quale ne han ragionato confondendo i casi, le circostanze, le ipotesi. Meglio sarà, che io cominci al fine a parlarne con quella distinzione, che si è finora trascurata.
Primieramente dico, che un Sovrano concedente spontaneamente il transito ad uno de' guerreggianti, non solo non s'intende avergli tacitamente concesso, ma neppur con patto espresso può accordargli(307) d'impossessarsi d'alcuna delle sue piazze, e castelli, senza offendere, e violare la neutralità. Aumenterebbe con quest'atto le forze di lui in pregiudizio dell'altra parte, il che non si può(308). Dunque qualsisia guarnigione di truppe d'un guerreggiante entrata in luogo munito d'un Principe, che si professi e sia veramente neutrale, ha da supporsi entratavi contro voglia sua. E contro voglia si deve sempre intender fatta l'occupazione, quantunque per urbanità fossevi precorso un laconico complimento di permesso chiesto, e di scusa, a cui siasi risposto con una forzosa acquiescenza, ed una stretta di spalle, qual suole vedersi ne' deboli rispetto ai prepotenti.
Or ciò posto convien fare gran differenza tralle fortezze guarnite di truppe del neutrale, e que' siti forti solo per natura, o quelle vecchie, e malconce torri, castelli, città murate (come moltissime ne esistono in tutta Europa avanzi d'antiche guerre, o precauzioni) nelle quali o non si tien guarnigione affatto, o solo pochi neghittosi invalidi, e timide milizie urbane senza provvisione d'artiglierie, senza magazzeni, e spesso senza neppur porte, e ponti levatoj ne decorano, e ne imbarazzano la porta, inette in tutto ad opporre la minima resistenza.
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