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      Inoltre l'antivedere una violenza dalla parte dell'altro guerreggiante come non è legale presunzione, così non è neppur verisimile. Il voler scacciare la guarnigion del neutrale da una fortezza munita, e bastantemente provvista, e per conseguenza capace d'una tal quale resistenza e difesa, è lo stesso, che dichiarargli apertamente, ed ingiustissimamente la guerra. Or chi consiglierà mai ad un guerreggiante farsi un nemico di più nella persona d'un Principe prima disposto, e risoluto a restar neutrale? Qual vantaggio di posizione può compararsi alla perdita di questa amicizia, ed al fare accrescer un nuovo alleato al suo contrario?
      Rimanga dunque deciso non esservi caso, in cui sia lecito d'impadronirsi di quelle fortezze, che il neutrale mantiene in stato da sostenersi per qualche tempo contro un assedio(312).
      Ma che dirò di quelle, che egli lascia pressochè abbandonate? A deciderne la questione, siccome già l'avvertì il Puffendorff(313), ci dà lume la sapienza de' legislatori Romani. Essi furono zelantissimi sempre nel sostenere i dritti della proprietà di ciascuno; ma pure c'insegnarono esservi caso, in cui un vicino poteva agire contro un proprietario, ed obbligarlo a liberarlo da un danno previsto, che dall'incuria di quello gli potesse venire addosso, e chiamaronla azione del danno non seguito(314). Vollero però, che fosse prima obbligato chi temeva il danno ad intimare al proprietario di quella casa minacciante di cadere, il pericolo in cui egli si credeva, e se da colui non si dava o pronto riparo, o soddisfacente malleveria(315) disposero, che il proprietario in pena dell'incuria perdesse la sua casa, e l'acquistasse chi n'era minacciato, acciocchè potesse assicurarsi dalla ruina a suo piacere(316). Questa disposizion di legge quantunque appartenente al solo dritto civile Romano, ed all'editto del Pretore, è così piena di naturale giustizia, che io non esisterò(317) d'adattarla anche ai popoli, ed ai Sovrani indipendenti, su' quali regna soltanto l'universal ragione delle genti.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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