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      Ed a che prò? Non la nuda autorità de' miei detti, ma la ragion evidente di essi, che io sappia addurre può sola divenir legislatrice, e comandare ai Sovrani della terra, ed esser così utile all'uomo.
      A non voler tradire adunque il primo dovere dell'intelletto, qual è quello di seguir sempre la verità o piacevole, o disgustosa, che ella abbia ad essere, io son costretto a dire, che tutti cotesti autori han ragionato falso, ed incoerentemente. Ho però il contento di poter aggiungere nel tempo stesso, che anche ragionando falso sonosi per caso imbattuti in qualche parte nel vero. Rimangon però sempre biasimevoli di non averlo scoperto tutto, come sarebbe avvenuto se non avessero traviato.
      E per rischiarare queste mie oscure parole, dico esser falso, che le persone, e i beni de' neutrali, che(345) avvertitamente s'incontrino a stare, e rimanere nel territorio d'un guerreggiante godano d'alcun privilegio, esenzione, immunità per la sola ragione d'esser le persone nate suddite d'un Sovrano neutrale, o d'esser i beni appartenenti a qualche privato, che dimori in paese neutrale. Aggiungo però esser egualmente falso, che sulle persone, e su' beni de' nemici sianvi indistintamente, e sempre tanti, e così estesi, ed illimitati dritti di guerra, quanti dalla folla de' giuspublicisti alla cieca se ne accordano ai conquistatori. E perciò torna ad esser vero, che qualche prerogativa di salvezza, e d'inviolabilità abbiano i neutrali non perchè siano stranieri, e neutrali, ma perchè erano pacifici, ed innocenti.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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