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      Le quali cose, quando io le avrò, come spero, dimostrate, ne avverrà, che ragionando più esattamente io non insegnerò dottrina più dura, ed inumana, ma anzi si troverà esteso anche su gran parte de' sudditi de' nemici, e sopra moltissimi casi di guerra quel, che ai soli neutrali si pensava accordare.
      I confini de' dritti competenti all'uomo contro al suo nemico(346) han variato ne' diversi tempi, e variano ancora tra' diversi popoli, e le nazioni, secondo che l'uomo s'è più o meno scostato da' bruti. Le bestie quando sono stizzite non veggono, nè conoscono confine alla rabbia, ed alla crudeltà. Similissimi alle bestie sono tutti i popoli selvaggi nell'ira, e nelle guerre, e lo sono stati in ogni tempo, e dicasi con dolore e con vergogna, la correzione di questa nostra turpe rassomiglianza ai bruti infuriati, è quel punto, su cui sono stati più tardi i progressi della ragione. Tutti i popoli antichi più celebrati per la cultura delle arti e dell'ingegno, nelle lor guerre, e nella sfrenata ferocia non si distinsero quasi in nulla da' selvaggi(347). Le virtù, che la vera religione ispirò agli uomini calmarono qualche poco la ferocità, ed i costumi Europei si raddolcirono alquanto. Ma se sonosi mutati i costumi, non si sono mutati gl'insegnamenti. Ancor si citano con applauso i detti, e le sentenze degli scrittori del paganesimo, Ancor si siegue francamente a dire, che tutto è lecito contro al nemico(348). Pur non lo pratticano i Sovrani, nè i condottieri delle loro armate. Sono aboliti in Europa i servi, ma ancor non è sorto un saggio, non ha ancor alzata la voce un filosofo a dimostrar con ragioni, che non esiste, nè ha potuto esister mai legitimo dritto nell'uomo da render servo un altro ente simile a se, e di aver su di esso, e molto meno sulla di lui prole tanto dritto quanto l'uomo ne ha su d'un cavallo, una pecora, un bue.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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