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      A sostener ciò che dico avrei bisogno di distendermi assai, ed uscir dalla materia di cui ragiono; ma per indicarne qui qualche cosa prego i miei lettori a riflettere, che l'atto del togliersi la vita da un uomo ad un altro uomo allora soltanto può dirsi legitimo, quando diviene assolutamente necessario. Può là necessità nascere o dal dover prevenire l'ingiusta offesa imminente, o dal dover dar un esempio di gastigo tale, che distolga in avvenire chiunque dall'offendere. Dunque il dritto di dar la morte è momentaneo, e circoscritto, non è nè può essere permanente, ed indefinito. Ha da incontrarsi un istante di circostanze tali, che rendano quella morte necessaria: passato quell'istante, mutate quelle circostanze manca ogni dritto. Fu dunque falsissima l'opinione, che sù quel nemico, che mentre era colle armi in mano nel furor della pugna erasi potuto uccidere, ma che erasi voluto conservare (onde fu detto servus) restasse perpetuo il dritto di togliergli, quando piacesse, la vita una volta donatagli(349). Al più potean le usanze civili di qualche popolo accordare al privato vincitore sul suo vinto il dritto d'esser suo supremo giudice, e quasi direi suo Principe, e suo Sovrano: ma sempre avea da tornar ad esister un caso, che il servo si rendesse reo di morte per potersi dal privato suo padrone esercitar su di lui tal dritto; giacchè gli stessi Sovrani non in altro caso fuor che in questo lo hanno. Così insegnava la pura ragione. Ma la ferina rabbia, le sfrenate passioni, e la brutta loro figlia la perversa religione ispirarono diversamente.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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