Sembrerebbe adunque, che almeno, sù questa parte già tanto maneggiata, io potessi esser breve, e risparmiar il tedio ai miei lettori: e veramente se come nelle principali opinioni io non disconvengo, così ne' raziocinj, e nella via di dimostrar la verità delle dottrine mi trovassi concorde con que', che mi han preceduto, e lo fossi anche in quelle questioni, che dalle prime si diramano, non chè brevissimo, ma piacerebbemi d'esser muto affatto; niente parendomi più insipido, quanto il ragionare, allorchè non debbasi dir cosa alcuna di nuovo. Ma dapoicchè in molti sentimenti io mi distacco tanto da essi, che quasi a me medesimo ne vien rammarico, e sorpresa, io non potrò esser brevissimo, anzi rimarrò col rancore, e col dubbio, che anche dopo averne distesamente parlato non giungerò ad indurre tutti i miei lettori a rivolgersi dal canto mio. Ma checchè abbia ad essere del futuro evento di questo libro, io non tradirò, nè maschererò giammai la mia interna opinione.
Dico adunque, che rispetto ai commercj tra i neutrali, e i guerreggianti dopo un lungo, e caldo combattimento(363) han prevaluto nelle scuole le seguenti dottrine. I. Che i neutrali possano seguitare a trafficare con ambedue i litiganti liberamente per terra, e per mare senzacchè alcun de' due se ne possa dolere(364). II. Che siffatta libertà si restringe soltanto nel caso, che si conducessero da' neutrali ad un solo de' guerreggianti armi di qualunque genere (comprese sotto l'usitatissimo nome di controbando di guerra) il che all'altro avversario dispiacesse(365). Però se si dassero indifferentemente ad ambedue, o almeno si offerissero, al parer di taluni giuspublicisti cesserebbe anche questa restrizione(366). III. Rimane del pari ristretta la libertà del commercio de' neutrali colle città, fortezze, ed anche colle armate trincerate, quando si trovassero circonvallate, e bloccate dal nemico con animo di ridurle per fame ad arrendersi(367).
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