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      Ma chi le mediterà si risparmierà tosto la pena di leggere le applaudite opere moderne sulle cause della decadenza dell'Impero Romano, perciocchè in quella sconcia, e falsa legislazione ravviserà subito le vere cause, che lo distrussero. Sono per altro pochi gli scrittori, che abbian fatto gran capitale delle leggi del Codice per trattar la materia de' controbandi di guerra(409).
      Assai maggiore è il numero di coloro, i quali han creduto risedere essenzialmente in ogni guerreggiante il dritto di vietare ai neutrali il vendere armi, ed istrumenti di guerra al loro nemico, ed esser questo un dritto perfetto, cioè di rigorosa giustizia. Non distinsero tral caso quando con un solo de' guerreggianti si commerciano, e se gli provvedono armi ed attrezzi militari, e quando imparzialmente si trafficano con ambedue. Nel primo caso essendo manifesta la predilezione comincia ad acquistar dritto chi vien negletto, e posposto, perchè finisce l'amicizia con lui; ma nel secondo non parendo ancor cessata l'amicizia non si scorge subito la ragione, per cui possa agirsi ostilmente contro un amico.
      Ed in vero questa considerazione ha mosso taluni autori(410) a decidere di non potersi vietare ai neutrali il libero commercio anche del controbando di guerra qualora o si faccia, o almeno si sia pronto a farlo egualmente con ambedue. Nè io potrei sostenere, che in tutto abbiano torto a così pensare, e giudicare, se non che nel modo d'esprimere il loro concetto vi stà ascoso un abbaglio tanto più pernicioso, quanto men facilmente si ravvisa.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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