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      Più scabroso a prima vista pare il conciliar colle teorie della neutralità il costume modernissimo in Europa de' giovani uffiziali, che i Sovrani neutrali usano mandar come volontarj a servire nelle armate de' guerreggianti, andandovi costoro non per privata lor voglia, ma spintivi dalla Sovrana autorità. Ma sparisce, e si discioglie il nodo subito, che si distingue trallo spedire sotto nome di volontarj abili uffiziali, sperimentati ingegnieri, artiglieri, piloti, comandanti di navi atti ad insegnare più, che ad apprender da altri le arti della guerra, ed il mandar piccol numero di giovani uffiziali solo ad apprender un'arte, che l'irrequietudine degli animi Europei ha fatalmente resa necessaria ad ogni nazione. Da cotesti giovanetti non riceve soccorso un guerreggiante, ma piuttosto imbarazzo, e fastidio, onde è assai più raro il vedergli accettare e gradire, che non è il vederne rimaner offeso e doglioso l'avversario. Solo la pazienza, che mostra un de' guerreggianti a consentire ad una richiesta del neutrale, che tutta torna in beneficio suo e della sua milizia, potrebbe dar sospetto di soverchia intrinsechezza, se non chè sogliono i neutrali prevenire l'altro guerreggiante, e talvolta per vieppiù rassicurarlo chiedono di poterne spedir anche al campo di lui, nè eseguiscono il loro pensiere se non quando siano rassicurati, che a lui non rincresca sì fatta spedizione. Per ciò di cotesto nuovo costume non è da maravigliarsi.
      Ma ben diverso sarebbe se un neutrale cedesse ad uno de' guerreggianti un suo illustre Generalissimo per disciplinarne, o comandarne le armate.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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