Passo perciò senza più trattenermi alle merci di dubbia qualità, che sono appunto quelle, le quali senza potersi dire d'esser armi o provvigioni già manifatturate e ridotte all'uso della guerra, sono i materiali grezzi delle medesime.
Prima, d'inoltrarmi nel discorso di questa parte, assai più delle precedenti importante ed intrigato, mi convien stabilire le fondamentali teorie di esso, le quali con meraviglia trovo non essersi finora sviluppate ed esposte con chiarezza da veruno scrittore.
Dico perciò primieramente esservi trè classi di generi d'ambiguo uso. La prima è di que', de' quali si fa maggior consumo nelle cose di guerra, che non in tutti gli altri bisogni umani: tale è, fra gli altri, il salnitro. La seconda comprende le merci assai più adoperate negli usi innocenti, che non ne' guerrieri: così sarebbe, per cagion d'esempio, la carta, della quale vi è bisogno nelle armate per far i cartocci, e le cariche de' fucili. La terza infine è di quelle cose, delle quali sarebbe incerto e dubbioso il decidere se abbiano maggiore o minor uso in guerra, che in pace: tale è il ferro.
Premessa questa distinzione vengo a stabilire, che i generi della prima classe vanno indubitatamente tra' controbandi di guerra. La dimostrazione della verità di questa decisione traesi da quell'obbligo di lealtà, e di sincera fede, ch'io dissi di sopra doversi da neutrali fermamente mantenere. Qual vile e stiracchiato palliamento della verità sarebbe il voler dar a credere, che una nave carica zeppa di salnitro fosse destinata tutta a quelle poche preparazioni chimiche, o medicinali, nelle quali entra il salnitro!
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